Il divorzio dei genitori è considerata un’esperienza di grande stress che spesso accelera la manifestazione di una complessa gamma di sintomi nei bambini.
Questo evento, che alcuni bambini sono costretti ad affrontare durante il loro sviluppo, richiede specifiche competenze, cognitive, relazionali ed emotive che determineranno la loro capacità di fronteggiamento dell’evento. Il periodo di maggiore vulnerabilità sembrerebbe essere l’anno successivo, dal divorzio fino ai 18 mesi, gli studi di follow-up indicano che gli effetti negativi del divorzio diminuiscono con il tempo.
E’ dimostrato che i bambini di età prescolare possiedono capacità finalizzate ad organizzare le competenze cognitive in una peculiare forma di organizzazione, quella degli scripts. In genere già intorno ai 2 anni e mezzo i bambini iniziano a costruire gli script delle attività di routine, in cui sanno come ci si comporta e possono descriverle in modo abbastanza accurato. Lo script può avere un duplice effetto sul modo in cui il bambino registra e racconta le sue esperienze: da un lato ne facilita l’interpretazione, la codifica e il ricordo, dall’altro può creare delle distorsioni (Hudson et al 1992).
Riguardo alle competenze relazionali, Selman (1976) ha proposto una concettualizzazione delle competenze relazionali basata sul progresso nelle capacità di role-taking, che consiste non solo nel saper distinguere i punti di vista delle persone ma anche nel coordinare le diverse prospettive. Un bambino che in casa assiste a situazioni di conflitto tra i genitori può elaborare in modi molto diversi quello che osserva, a seconda delle sue capacità di role-taking.
Infine, per quanto riguarda le competenze emotive, a 4 anni comprendono sentimenti come il dispiacere per una promessa non mantenuta da un adulto, o si rendono conto che, se un bambino crede che una persona non torni più, sarà molto triste anche se ciò che crede non è vero. Per quanto queste competenze emotive siano già piuttosto sofisticate, bisogna tener presente che i bambini di età prescolare non sono ancora in grado di valutare correttamente indizi contrastanti (Malagoli Togliatti et al., 2011).
Un fattore critico che viene rilevato nella pratica clinica è l’adattamento dei genitori dopo il divorzio. Per esempio, se il genitore affidatario non voleva il divorzio e sta vivendo una profonda depressione in conseguenza di ciò, sembra che il bambino possa essere influenzato negativamente. I bambini che hanno regolari e piacevoli incontri con il genitore non affidatario raggiungono il migliore adattamento. I bambini di età prescolare, specialmente i maschi, vivono un periodo di adattamento particolarmente difficile dopo il divorzio dei genitori. Tra le reazioni più comuni ci sono: regressione del comportamento (incidente nell’igiene personale), preoccupazione di essere abbandonati da entrambi i genitori e sensazione di essere responsabili del divorzio. La probabilità dell’insorgenza di problemi comportamentali in seguito al divorzio sembra essere influenzata dal genere e dall’età. Inoltre, i maschi sembrano diventare maggiormente aggressivi e le femmine più rinchiuse in se stesse e ansiose.
L’intervento di Play Therapy Cognitivo-Comportamentale, riportato in questo articolo, è tratto dal libro Il gioco in psicoterapia, Nuove applicazioni cliniche, di Susan M. Knell (1993, 1998); ed esemplifica il trattamento di un bambino, che ha vissuto un divorzio conflittuale dei propri genitori, attraverso sessioni di gioco strutturate su un modello di Play Therapy Cognitivo-Comportamentale (CBPT), in associazione ad un miglioramento della capacità di problem solving. Saranno inoltre evidenziati i progressi ottenuti dal bambino durante il prosieguo della terapia. Verranno infine riportati i risultati del follow-up.
Storia clinica
Il caso riguarda un bambino di sei anni, al quale è stato consigliato un intervento a causa di problemi scolastici emersi dopo il divorzio dei genitori. Figlio unico, dopo che il padre si è trasferito, sua madre ha notato in lui drastici cambiamenti, in particolare la manifestazione di rabbia e comportamenti aggressivi a scuola.
Assessment con i genitori
La richiesta del caso arriva dopo quattro mesi dalla conclusione del divorzio, tuttavia i genitori sono stati già separati per un anno. I genitori dichiarano entrambi che il loro rapporto è estremamente conflittuale e non sono mai d’accordo su niente. Il padre del bambino combatte per l’affidamento che però è assegnato alla madre. Il bambino riceve regolari visite dal padre che si rivelano una continua fonte di conflitto a causa del disaccordo tra i genitori.
Assessment con il bambino
Il bambino a scuola viene descritto dalla sua insegnante come un bambino dolce, sensibile che talvolta è in grado di collaborare. E’ stato visto mentre afferra, da calci e picchia per ottenere ciò che vuole. Piange frequentemente e a scuola è irritabile, alcune volte si lascia sfuggire che andrebbe ad incontrare il padre. Il bambino afferma “il papà e la mamma hanno divorziato e non è stato bello per me”. “Le persone divorziate non si piacciono”. Quando gli si chiede che cosa lo rende triste, il bambino dice: “quando le persone non si piacciono”. Egli sembra triste e rinchiuso in se stesso durante quasi tutte le prime sedute. Quando parla dei suoi genitori e del divorzio, il suo umore è particolarmente triste.
Trattamento
Il bambino va in terapia una volta a settimana mentre i genitori sono seguiti in coppia ogni tre settimane. A causa del conflitto in atto tra i genitori riguardante il bambino, la maggior parte del lavoro con loro ha come obiettivo la creazione di un insieme coerente di regole e di passaggi meno bruschi tra il tempo che il bambino trascorre con il padre e quello che trascorre con la madre. E’ necessario, inoltre, che risolvano i loro problemi. Durante le sedute individuali di Play Therapy Cognitivo-Comportamentale con il bambino, il terapeuta crea parecchi giochi di ruolo di puppets che affrontano situazioni simili a quelle descritte dai genitori e dagli insegnanti e che risultano problematiche per il bambino. In queste situazioni i puppets imparano gradatamente a verbalizzare le emozioni di rabbia invece di picchiare e dare calci. Nel gioco spontaneo il bambino utilizza spesso la creta creando persone «viscide» e «cattive» e costruisce spesso fortezze abitate da «buoni» e da «cattivi».
Risultati
Alla conclusione del trattamento, 8 mesi dopo l’inizio, il bambino si comporta più correttamente a casa e a scuola.
Follow-up
Il follow-up a 18 mesi dopo suggerisce che il bambino ha ancora problemi irrisolti legati al divorzio. Non sorprende sapere che c’è ancora un acceso conflitto tra i suoi genitori, sia nelle interazioni faccia a faccia, sia tramite il sistema giudiziario. Sfortunatamente per il bambino, i loro conflitti sono ora estremamente focalizzati su di lui.
Conclusioni
Il clinico che lavora con i bambini i cui genitori hanno divorziato si trova regolarmente di fronte al conflitto dei genitori. La Play Therapy Cognitivo-Comportamentale può essere utile nel permettere al bambino di imparare strategie alternative per far fronte agli eventi e per affrontare le situazioni conflittuali in modo diverso. È possibile che la famiglia che ha affrontato un divorzio non cambi, ma il bambino può acquisire dal trattamento delle abilità che rafforzeranno la sua capacità di far fronte alle situazioni familiari stressanti.